Ciao, ho 22 anni e mi sono presa una cotta per un collega più grande e sposato. Non è mai successo n

23 risposte
Ciao, ho 22 anni e mi sono presa una cotta per un collega più grande e sposato. Non è mai successo nulla concretamente, ma lui mi scriveva ogni giorno, faceva complimenti e a volte le conversazioni diventavano un po' più spinte. Non ho mai pensato che avrebbe lasciato la moglie per me, non ci siamo fatti questo tipo di promesse, lui da subito mi ha detto che da parte sua era "un'avventura", e io forse per poca autostima e bisogno di attenzioni in quel momento, ho accettato e stavo al gioco perché mi piaceva e divertiva la situazione. Poi però ho iniziato a immaginare come poteva essere il nostro rapporto se lui non fosse stato fidanzato, se magari questa situazione sarebbe potuta evolvere in una frequentazione o addirittura in una relazione, cosa sarebbe successo se avesse lasciato la moglie ecc. questi tipi di pensieri e ho iniziato ad avere paura, ho provato una sensazione come se forse la situazione mi stesse sfuggendo di mano e mi stavo iniziando ad illudere. Ad oggi, la situazione è "chiusa", ovvero non ci sono più chat spinte o contatti ogni giorno. Io però mi sento in colpa, è la prima volta che provo qualcosa e l'ho provata verso qualcuno di impegnato, mi sento di aver mancato di rispetto e non essere forse una persona con i valori che credevo di avere. Dall'altra parte sono dispiaciuta, quasi arrabbiata, del fatto che nonostante tutto tra me e lui c'era stima e rispetto, e quindi pensavo si potesse mantenere almeno un rapporto di "amicizia", dato anche che lavoriamo nello stesso posto, ma credo di essere arrivata alla conclusione che per lui fossi solo una distrazione e non ha mai guardato altro se non il mio fisico, anche se lo ha sempre negato dicendo che mi considerava una brava persona con cui parlare, con cui avere un rapporto di amicizia e uscire qualche volta. E io ovviamente ci credevo come una cretina.
Come si fa a gestire una situazione così? Io la vivo come una separazione, anche se non c'è stata una relazione? Ho un pò il rammarico di dire magari lui era quello giusto se solo ci fossimo incontrati prima... Poi mi dispiace perché forse se non avessi ceduto alla tentazione magari avremmo veramente avuto un rapporto di amicizia come era all'inizio
Dott.ssa Silvia Parisi
Psicoterapeuta, Psicologo, Sessuologo
Torino
Ciao,

Quello che descrivi è una situazione complessa dal punto di vista emotivo, perché coinvolge sentimenti contrastanti: attrazione, senso di colpa, disillusione e rammarico. È normale provare una sorta di "lutto" per qualcosa che, pur non essendo una relazione ufficiale, ha avuto un significato per te. Il fatto che ora tu la viva come una separazione dimostra che questo legame aveva un impatto emotivo importante.

È comprensibile anche il senso di colpa che provi, ma è importante ricordare che i sentimenti non sono sbagliati in sé: ciò che conta è come scegliamo di gestirli. Da ciò che racconti, sembra che lui abbia avuto fin dall'inizio un atteggiamento ambiguo, mantenendo un certo coinvolgimento senza però proporre una vera possibilità di relazione. Questo può far male, soprattutto se nel tempo hai iniziato a sperare in qualcosa di più profondo.

La delusione che provi può essere un'opportunità per riflettere su ciò che desideri davvero in un rapporto e su quali dinamiche vuoi evitare in futuro. Accettare che questa esperienza ti abbia insegnato qualcosa su di te può essere il primo passo per elaborarla e superarla.

Sarebbe utile e consigliato per approfondire rivolgersi ad uno specialista, che possa aiutarti a dare un senso ai tuoi sentimenti, a gestire meglio questa fase e a rafforzare la tua autostima per costruire relazioni più soddisfacenti e in linea con i tuoi valori.

Cordiali saluti,
DOTTORESSA SILVIA PARISI
PSICOLOGA PSICOTERAPEUTA SESSUOLOGA

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Dott.ssa Veronica Savio
Psicologo, Psicologo clinico
Medolla
Gentile utente, comprendo la confusione e i sentimenti contrastanti che stai vivendo. La situazione che hai descritto sembra aver sollevato molte riflessioni su te stessa, sul rispetto per i tuoi valori e sul tipo di relazione che desideravi. Un percorso psicologico potrebbe aiutarti a esplorare meglio le tue emozioni, comprendere le tue scelte e imparare a gestire la situazione in modo che tu possa crescere personalmente.
Rimango a disposizione per qualunque chiarimento.
Dott.ssa Veronica Savio
Dott.ssa Antonella Bellanzon
Psicologo, Psicologo clinico
Massa
È normale sentirsi travolti da tante emozioni contrastanti: dal senso di colpa al rammarico, passando per la delusione e persino un po’ di rabbia.
Accetta le tue emozioni: È naturale vivere questa situazione come una “separazione” anche se non c’è stata una relazione formale. Le emozioni legate all’affetto o alla stima che provavi verso di lui sono reali, e meritano di essere riconosciute. Permettiti di sentirle senza giudicare te stessa.
È importante capire che le scelte che hai fatto in quel momento rispecchiavano ciò che sentivi o di cui avevi bisogno. Riconosci che hai agito per un bisogno di connessione, attenzione o divertimento, ma evita di condannarti per questo. Abbiamo tutti momenti di vulnerabilità, ed è proprio da questi che possiamo imparare.
Rifletti su ciò che questa esperienza ti ha insegnato su te stessa, sui tuoi bisogni emotivi e su ciò che desideri in una relazione. Forse hai realizzato di voler coltivare legami che siano autentici, rispettosi e reciprocamente gratificanti
Mantenere un rapporto professionale, rispettoso e distante è probabilmente la scelta più salutare. Proteggere il tuo spazio emotivo sarà fondamentale per non farti sopraffare.
Se hai identificato la poca autostima come una delle ragioni per cui hai accettato questa situazione, prendi questo come un segnale per lavorare su te stessa. Concentrati su ciò che ti rende unica e inizia a coltivare relazioni (di amicizia o amore) che riflettano il rispetto e la stima che meriti.
Se vuoi possiamo lavorarci insieme
Dott.ssa Antonella Bellanzon
Dott.ssa Silvia Nava
Psicologo, Sessuologo, Psicologo clinico
Brugherio
Ho letto la tua storia con attenzione e quello che mi arriva è un mix di emozioni forti e contrastanti, e mi sento di legittimare questo senso di confusione. Da un lato c’è il senso di colpa per aver ceduto a qualcosa che, razionalmente, non avresti voluto vivere in questo modo. Dall’altro, c’è la delusione e il dolore per un legame che si è rivelato diverso da come lo avevi immaginato.
La tua sofferenza è reale, perché anche se non c’è stata una relazione vera e propria, dentro di te si era creato uno spazio per questa persona, uno spazio fatto di attenzioni, desiderio, possibilità. E ora, la sua chiusura lascia un vuoto, come succede dopo una separazione. Ti eri legata a qualcosa che, forse, speravi potesse essere di più.
Ma quello che conta non è tanto lui, quanto te stessa. Questa esperienza ha toccato qualcosa dentro di te: forse un bisogno di sentirti vista, desiderata, importante. Forse un desiderio di essere scelta. Non significa che hai sbagliato o che non hai valori, significa solo che, in quel momento, questa esperienza ti ha dato qualcosa di cui avevi bisogno. E ora, nel dolore che senti, c’è anche la possibilità di capire meglio chi sei, cosa cerchi e cosa non vuoi più accettare per te stessa.
Ti invito a spostare l’attenzione da lui a te. Non chiederti più se sarebbe potuta andare diversamente, ma piuttosto: cosa ti ha fatto restare in questa situazione? Cosa puoi imparare su di te da tutto questo? Perché il punto non è perdere lui, ma ritrovare te stessa. Hai 22 anni, le esperienze possono essere un punto da dove partire :-)
Dott.ssa Patrizia Buscaino
Psicologo clinico, Psicologo
Nubia
Ciao Salve la storia che tu scrivi qui è molto interessante, non c'è dubbio che da parte tua c'era un interesse per questo uomo che andava al di là della semplice amicizia. Ma la relazione che aveva già nella sua vita privata è stata un ostacolo per la vostra insomma per la tua storia. Una storia cmq in cui tu dici rispetto e stima non mancavano elementi che avrebbero reso "bella" la vostra storia. Pre questo a volte storie del genere ossia così ingarbugliate è meglio che non iniziano proprio.
Comunque il mio consiglio è quello di viverla come un buon ricordo per quello che puoi e vedrai giovane per come sei che arriverà la storia giusta e adeguata per tè .
Continua sempre a scriverci a MioDottore
Dott. Andrea Boggero
Psicologo, Psicologo clinico
Genova
Buonasera, capisco quanto questa situazione sia stata coinvolgente e, al tempo stesso, dolorosa per lei. Si è trovata a vivere emozioni intense, a sentirsi apprezzata, desiderata, ma anche a fare i conti con una realtà che l’ha lasciata con un senso di vuoto e confusione. È normale che ora provi sentimenti contrastanti: da un lato il dispiacere per la fine di questo rapporto, dall’altro il senso di colpa per aver dato spazio a qualcosa che va contro i valori che pensava di avere. Quello che sta vivendo somiglia molto a una separazione, anche se formalmente non c’è stata una relazione vera e propria. Quando ci si lega emotivamente a qualcuno, anche in un contesto non ufficiale, si creano aspettative, si investono pensieri ed emozioni, e quando tutto finisce, il senso di perdita è reale. Non deve sminuire quello che prova solo perché “ufficialmente” non c’era nulla: i sentimenti non seguono sempre regole razionali. Il senso di colpa che avverte è un segnale della sua integrità, non un marchio che la definisce come persona. Si sta interrogando su ciò che è successo, su chi è e su quali siano i suoi valori, e questa è una riflessione importante. Ciò che conta è cosa farà con questa consapevolezza. Se questa esperienza le ha fatto capire che non vuole più trovarsi in situazioni simili, allora può trasformarla in un’opportunità di crescita. Il rammarico è un sentimento naturale, soprattutto quando pensiamo a “come sarebbe potuta andare se…”. Ma la realtà è che le cose sono andate in un certo modo per una ragione. Quest’uomo, fin dall’inizio, aveva chiarito che per lui si trattava di un gioco, un’avventura. Lei ha sperato che dietro ci fosse qualcosa di più, e ora che tutto è finito, si rende conto che per lui non c’era un reale investimento emotivo. Questo fa male, perché nella sua mente aveva costruito l’idea che forse, in un altro contesto, tra voi sarebbe potuto nascere qualcosa di autentico. Ma le relazioni non si costruiscono sui “se” e sui “forse”, ma su ciò che è realmente presente nel momento. Ora, la sfida più grande è accettare la realtà per quella che è, e non per come avrebbe voluto che fosse. Il primo passo è permettersi di provare il dolore della delusione, senza colpevolizzarsi troppo. Ha vissuto qualcosa che l’ha fatta sentire viva, e anche se è finita con una ferita, può trarne un insegnamento su cosa desidera e su cosa non vuole più per il futuro. Sul piano pratico, visto che lavorate nello stesso posto, potrebbe essere utile stabilire dei confini chiari, evitando di cercare ulteriori conferme o spiegazioni da lui. Accettare che non sarà un amico, che non avrà con lei un rapporto sincero e profondo, può aiutarla a non restare intrappolata in una speranza che la farebbe solo soffrire. Si conceda tempo per elaborare questi sentimenti. Si concentri su di sé, sulle sue reali esigenze emotive, e non si colpevolizzi per aver desiderato attenzioni e affetto. È umano. Ciò che conta è come userà questa esperienza per costruire relazioni più sane e soddisfacenti in futuro. Resto a disposizione. Dott. Andrea Boggero
Gentilissima, la situazione che descrive e il senso di colpa che vive non è così infrequente. Purtroppo, non scegliamo la meta verso cui dirigere il nostro desiderio relazionale e sentimentale. L'unica cosa che possiamo fare in questi casi è - seppur accogliendo e riconoscendo il nostro desiderio - provare a direzionare le nostre attenzioni altrove, qualora queste si scontrino con i nostri valori e ci arrechino malessere. Ma sarebbe un po' prematuro aspettarselo alle prime esperienze, che hanno più un carattere di scoperta.
Noi non possiamo sapere cosa ci sia nella testa e nei pensieri del suo collega, che comunque è un uomo più grande e sposato e spettava a lui (e solo a lui) tutelare il suo matrimonio.
Normalissimo il senso di separazione che avverte, perché una tipologia di relazione - anche se solo tramite "giochi" - c'è stata.
Io le auguro di non avvilirsi e di non cadere in pensieri poco fruttuosi (del tipo "e se fosse andata diversamente...?"), perché di certo non le fa bene. Prenda questa esperienza come un'occasione per essersi conosciuta meglio, perché certamente ora saprà con maggiore chiarezza cosa cerca da un rapporto affettivo.
Un carissimo saluto!
Dott. Francesco Damiano Logiudice
Psicologo, Psicoterapeuta, Psicologo clinico
Roma
Salve, mi spiace molto per la situazione che descrive poichè capisco quanto questa situazione possa impattare sulla sua vita quotidiana. Ritengo fondamentale innanzitutto che lei faccia chiarezza circa ciò che sente e ciò che prova verso questa persona, ritagliandosi uno spazio d’ascolto per elaborare pensieri e vissuti emotivi legati alla situazione descritta pertanto la invito a richiedere un consulto psicologico al fine di esplorare la situazione con ulteriori dettagli e trovare strategie utili per fronteggiare i momenti particolarmente problematici onde evitare che la situazione possa irrigidirsi ulteriormente.
Credo che un consulto con un terapeuta cognitivo comportamentale possa aiutarla ad identificare quei pensieri rigidi, disfunzionali e maladattivi che le impediscono il benessere desiderato mantenendo la sofferenza in atto e possa soprattutto aiutarla a parlare con se stessa utilizzando parole più costruttive.
Credo che anche un approccio EMDR possa esserle utile al fine di rielaborare il materiale traumatico connesso ad eventi del passato che possono aver contribuito alla genesi della sofferenza attuale.
Resto a disposizione, anche online.
Cordialmente, dott FDL
Dott.ssa Oriella D'Amico
Psicoterapeuta, Psicologo clinico, Psicologo
Bologna
Buongiorno, e grazie per aver condiviso la tua esperienza. Noto da quello che scrivi, che per fronteggiare questa "separazione" tu abbia messo in atto tutto un processo di rimuginio che appesantisce la tua vita e soprattutto mette in discussione i tuoi valori. Sarebbe utile che ti fermassi a chiedere cosa vuoi in questo momento e, magari con l'aiuto di un professionista lavorare per una rilettura più funzionale di quello che hai vissuto per poter poi chiudere il capitolo e andare avanti. Spero di averti dato un input di riflessione.
Saluti
Dott.ssa Oriella D'Amico
Dott.ssa Teresa Schillaci
Psicologo, Psicologo clinico
Catania
Buongiorno,
grazie per aver condiviso il suo sentire. Immagino il dispiacere, la delusione e il possibile senso di vuoto nel pensare che ciò che rimane, magari non è ciò che avrebbe desiderato o immaginato. È normale pensare a "cosa sarebbe successo se...", soprattutto quando vi sono desideri e sentimenti di mezzo.
Anche se la vostra relazione non si è "spinta oltre" (pur non rimanendo confinata all'interno di una relazione di amicizia, ma al tempo stesso non sfociando in una relazione amorosa), questo non la priva del suo significato e dei connotati per renderla tale. Sentirsi ogni giorno con una persona, dedicare tempo e parti di se all'altro e al rapporto (soprattutto con determinati contenuti cui lei accenna), è esso stesso un tipo di relazione basata su uno scambio, un dare e un ricevere, un offrire qualcosa di se che rimane all'altra persona e che implica un certo coinvolgimento da non sottovalutare.
Ne consegue che il distacco sia una vera e propria separazione (anche da quelle parti di se donate all'altro). Questa separazione può essere vissuta in vari modi in base a tanti fattori, sia personali che relazionali. In quanto tale, il mio suggerimento è quello di concedersi uno spazio ed un tempo suo di elaborazione in cui approfondire, anche grazie al sostegno di un professionista, cosa l'ha portata ad aprirsi a questa esperienza e a viverla nonostante fosse un tipo di relazione apparentemente ben definita dall'altra parte.
È bello che lei metta in discussione se stessa ed il suo sentire. Anche il suo senso di colpa potrebbe essere approfondito meglio, in quanto potrebbe derivare proprio dalla presenza di determinati suoi valori, che emergono nel momento in cui altri aspetti o bisogni si ridimensionano; oppure, potrebbe mostrarle anche sue esigenze prima non considerate. Sarebbe bello poter esplorare meglio tutto ciò.
A mio avviso, non la definirei come una "situazione da gestire", ma piuttosto come un bisogno di maggiore comprensione di sè, del modo di esperire la relazione con se stessa e con gli altri che in alcuni casi, come in questo da lei esposto, può portarla a vivere determinate dinamiche, con conseguenti dubbi e sofferenze.
Mi auguro che lei possa cogliere questa esperienza come occasione per imparare a conoscersi meglio, ad ascoltare i suoi bisogni più profondi e a co-costruire relazioni ricche e autentiche.
Le mando un caro saluto e resto a disposizione.

Dott.ssa Teresa Schillaci
Dott. Andrea Pappaccogli
Psicologo, Psicologo clinico, Psicoterapeuta
Roma
Ciao, innanzitutto voglio dirti che è molto importante e coraggioso il fatto che tu stia riflettendo con tanta onestà su ciò che è accaduto. Spesso, quando ci troviamo coinvolti in situazioni emotivamente complesse, la mente tende a costruire narrazioni che oscillano tra il senso di colpa e il rimpianto, ed è normale sentirsi confusi.

Quello che stai vivendo è a tutti gli effetti un processo simile a una separazione. Anche se non c’è stata una relazione ufficiale o concretamente "completa", c’è stato un legame emotivo, un investimento di pensieri, desideri, fantasie. Il tuo dolore è reale e merita di essere accolto senza giudizio.

Dal punto di vista cognitivo, possiamo esplorare alcuni pensieri automatici che ti stanno creando sofferenza:

“Sono una persona senza valori”

“Sono stata una cretina”

“Se non avessi ceduto, saremmo stati amici”

Questi pensieri sono molto duri nei tuoi confronti. Ti invito a chiederti: sono pensieri realistici o sono influenzati da emozioni forti come la vergogna, la delusione o la paura di non essere “abbastanza”? La nostra mente, nei momenti difficili, tende a colpevolizzarci, a cercare un senso negli eventi mettendoci al centro come “responsabili” di tutto. Ma la realtà è quasi sempre più complessa.
Hai detto una cosa molto significativa: “Forse per poca autostima e bisogno di attenzioni ho accettato.”
Questo è uno spunto prezioso. A volte le scelte che facciamo non riflettono i nostri valori profondi, ma il nostro stato emotivo in quel momento. Non vuol dire che tu non abbia valori, ma che in quel periodo avevi un bisogno forte di sentirti vista, desiderata, ascoltata. E lui, con il suo atteggiamento, ha saputo toccare quei bisogni.
Non c’è da vergognarsi. Non ti sei “illusa come una cretina”. Ti sei affezionata, hai sperato, hai immaginato — tutte esperienze profondamente umane. E ora stai affrontando la delusione, il rammarico, il senso di perdita… sono emozioni legittime e fanno parte di un’elaborazione importante.
Un passaggio utile potrebbe essere domandarti:
Cosa ho imparato da questa esperienza su di me?
Cosa mi ha colpito di questo legame, e cosa vorrei davvero in una relazione futura?
In quali momenti sento più forte il senso di colpa, e come posso trasformarlo in responsabilità consapevole e non in autocondanna?
Infine, un pensiero sul "se solo ci fossimo incontrati prima...": è un classico esempio di bias controfattuale, la tendenza a immaginare scenari alternativi che però, nella realtà, non possiamo verificare. È umano farlo, ma attenzione: più restiamo aggrappati a quei "se", più rischiamo di non vedere le opportunità presenti e future per costruire relazioni più sane e appaganti.
Se senti che questi pensieri e queste emozioni stanno durando molto o diventano troppo pesanti da gestire da sola, uno spazio psicoterapeutico potrebbe davvero aiutarti a rielaborare con più chiarezza e gentilezza verso te stessa tutto questo.
Dr. Andrea Pappaccogli
Dott.ssa Jane Bonanni
Psicologo clinico, Psicologo
Roma
Ciao Paziente Anonima, non colpevolizzarti, le cotte sul posto di lavoro purtroppo capitano di continuo. Dico purtroppo perché, tranne in quei rari casi in cui finiscono per diventare un rapporto consolidato, creano tutti quei piccoli grandi grattacapi in cui ti stai imbattendo che dipendono tutti dal doversi necessariamente incontrare. Insomma, non può applicarsi, nel tuo caso, il vecchio detto "lontano dagli occhi, lontano dal cuore".
Ma detto ciò, ti sei chiesta cosa ti abbia attratto in un uomo più grande e palesemente non disponibile? Il ruolo che ricopre dove entrambi lavorate con il suo carico di idealizzazione, il sentirti apprezzata da chi non te lo saresti aspettato, il fascino dell'uomo più grande e irraggiungibile, il gioco della seduzione? Forse un mix di tutto ciò e di molto altro che non è possibile analizzare qui.
Cosa fare ora? Innanzitutto non giudicarti, né per aver sognato qualcosa né tanto meno per il fatto che adesso stai soffrendo. Sono entrambe cose che devi consentirti di accettare di te. Se poi dovessi capire che da sola non ce la fai, non c'è niente di sbagliato nel chiedere aiuto. Si può crescere anche lasciandosi aiutare. Un caro saluto e in bocca al lupo per il tuo percorso.
Dott. Giorgio De Giorgi
Psicologo, Psicologo clinico
Bologna
Gentilissima,

Capisco quanto sia difficile navigare emozioni complesse come quelle che descrive, specialmente quando si intrecciano aspettative, desideri e realtà. È curioso come spesso ci chiediamo se "avremmo potuto avere" qualcosa di diverso, quando in realtà ciò che davvero conta è come queste esperienze ci plasmano. Cosa pensa che questa situazione possa insegnarle su se stessa e su ciò che davvero cerca in una relazione o in un’amicizia? Queste riflessioni potrebbero offrirle delle risposte più chiare di quanto immagini.
Sono disponibile per approfondire, su consulenza.

Un caro saluto,

Dr. Giorgio De Giorgi
Dott.ssa Benedetta Taddei
Psicologo, Psicologo clinico
Firenze
Gentile Utente, anzitutto grazie per aver condiviso qui la sua esperienza, che tocca emozioni complesse come il senso di colpa, la delusione e il rammarico. È comprensibile che lei stia vivendo questa situazione come una separazione, perché, anche se non c’è stata un'ufficializzazione della relazione vi è stato investimento di sentimenti ed energie reciproche e si era andato a delineare un legame che per lei aveva un significato profondo.

Da quello che racconta, sembra che inizialmente lei abbia accettato il tipo di relazione, ma poi i suoi bisogni emotivi sino cresciuti portandola a desiderare qualcosa di più. È naturale che, quando le aspettative non vengono ricambiate, ci si senta feriti o si inizi a mettere in discussione il proprio valore e le proprie scelte.

Ora, più che giudicare sé stessa per ciò che è accaduto, potrebbe essere utile chiedersi: Cosa mi ha spinto a entrare in questa dinamica? Quali bisogni stavo cercando di soddisfare? Guardare la situazione con questa prospettiva può aiutarla a comprendere meglio sé stessa e a trovare un significato a questa esperienza, senza ridurla solo a un errore o a una questione di valori.

Se sente che questa situazione ha smosso qualcosa di profondo in lei, potrebbe essere utile uno spazio di riflessione, magari con un supporto professionale, per esplorare questi aspetti, acquisire una maggiore consapevolezza e rafforzare la sua autostima nelle relazioni.

Per qualsiasi necessità, mi trova qui.
Le auguro il meglio.

Dott.ssa Taddei Benedetta
Dott.ssa Giulia Casole
Psicologo, Psicologo clinico
Roma
Comprendo il suo turbamento e il conflitto interiore che sta vivendo. È naturale sentirsi in colpa quando si intraprende una dinamica relazionale che va contro i propri valori, soprattutto alla sua età, in cui si stanno definendo la propria identità e le proprie aspettative affettive. La fine di questa "avventura", seppur non sfociata in una relazione formale, può generare un senso di perdita simile a una separazione, perché ha comunque rappresentato un'esperienza emotiva significativa, con fantasie e aspettative che ora si sono infrante. È importante che lei si permetta di elaborare questi sentimenti, senza giudicarsi troppo duramente. Riflettere su ciò che l'ha spinta verso questa situazione e su cosa cercava in quel momento può aiutarla a comprendere meglio i suoi bisogni e a fare scelte più consapevoli in futuro. Il desiderio di un'amicizia postuma a una dinamica così intima è comprensibile, ma spesso difficile da realizzare, soprattutto se le motivazioni e le aspettative delle persone coinvolte erano diverse. Accettare la fine di questa dinamica e concentrarsi sulla sua crescita personale e sulla costruzione di relazioni più sane e appaganti sarà fondamentale per superare questo momento e guardare avanti con maggiore serenità.
Dott.ssa Giada Casumaro
Psicologo, Terapeuta, Professional counselor
Rovereto sulla Secchia
Buongiorno, mi spiace per la situazione che ha vissuto perchè credo fermamente che i suoi sentimenti fossero reali e il coinvolgimento emotivo presente. Quindi quando parla di separazione è successo proprio così. Per quanto riguarda la gestione di questa situazione dovrebbe esserci un'approfondimento maggiore. Posso solo dirle che sarebbe importante che in qualche modo si perdonasse perchè tutti facciamo errori e si è vissuta questa relazione al meglio che poteva fare. Più facile a dirsi che a farsi.
Se volesse comunque provare a fare un percorso per capire meglio come mai ha attirato questa dinamica sono disponibile.
Rimango a disposizione, Dott.ssa Casumaro Giada
Dott.ssa Tatiana Pasino
Psicologo, Psicologo clinico
Genova
Gentile lettrice,

comprendo il tumulto di emozioni che sta vivendo. La sua situazione è comune e porta interrogativi e sensazioni contrastanti. È naturale provare attrazione per chi ci interessa e la sua vulnerabilità è comprensibile.

Le sue riflessioni dimostrano consapevolezza di sé. I sentimenti non si possono controllare e a volte ci fanno mettere in discussione le nostre scelte. La sensazione di perdita, anche senza una relazione concreta, è legittima; ogni legame può lasciare un segno profondo.

Desiderare mantenere un rapporto con lui è comprensibile, ma è fondamentale proteggere il suo benessere emotivo. Prendersi tempo per riflettere su ciò che desidera realmente può aiutarla a crescere. A volte, un passo indietro permette di riorganizzare le emozioni e capire quali relazioni siano più genuine e salutari.

La sua autostima e i suoi valori non diminuiscono per un errore. Ogni esperienza, anche complessa, può insegnarci qualcosa su noi stessi. Con il tempo, troverà la serenità e la chiarezza per affrontare il futuro con rinnovata forza.

Le auguro il meglio nel suo cammino e resto a sua disposizione, un caro saluto
Dott.ssa Laura Fortunato
Psicologo, Psicoterapeuta, Psicologo clinico
Bologna
Buongiorno, non si tormenti, anche le brave persone a volte fanno cose di cui poi un po' si pentono, si chiama "esperienza di vita". I rapporti con gli altri sono sempre in continuo cambiamento ed evoluzione e può darsi che tra un po' la relazione con il suo collega si riassesti come amicizia. Ho l'impressione che quello che ha vissuto con questa persona la porti a riflettere su di sé e un po' a rimuginare su quello che è stato o avrebbe potuto essere, perché - come lei dice - è la prima volta che prova qualcosa, ma se è la "prima" sa anche che ce ne saranno delle altre e quindi può guardare al futuro con un po' più di consapevolezza dovuta all'esperienza fatta. Un caro saluto
Dott.ssa Jessica Furlan
Psicologo, Psicologo clinico
Fiumicino
Buongiorno, quello che sta vivendo è una vera e propria separazione, anche se non specifica da parte di chi si è chiuso il rapporto. I suoi se e ma la stanno chiudendo in un loop in cui sta proseguendo le fantasie verso questo rapporto che ormai si è chiuso. Quello che mi domando e glielo rimando come spunto di riflessione è che se sente di avere ancora qualcosa di non detto può chiedere un incontro in cui esprime a questa persona tutto quello che è stato lasciato in sospeso. E' altrettanto vero che stare nello stesso luogo di lavoro e avere di fronte questa persona, per cui si prova ancora qualcosa, non è semplice, quindi, per capire che strada prendere, ovvero, avere delle spiegazioni sulla definizione del vostro rapporto, la potrà aiutare ad elaborare quello che è successo.
Non si giudichi per quello che a fatto, lei ha agito seguendo le sue emozioni e non con l'intenzione di andare a fare del male a qualcuno.
Spero di esserle stata di aiuto
Saluti
Dott.ssa Federica Giudice
Psicologo, Psicologo clinico
Milano
È normale che tu la viva come una sorta di separazione, perché, anche se non c’è stata una relazione ufficiale, hai investito emotivamente e hai immaginato un possibile futuro con lui.
Quello che stai affrontando non è tanto la fine di un rapporto, ma la disillusione rispetto a ciò che pensavi potesse essere. È difficile accettare che qualcuno a cui hai dato valore non ti abbia visto allo stesso modo. Ma non significa che tu abbia sbagliato come persona: hai semplicemente seguito un bisogno emotivo in quel momento della tua vita.
Prova a vedere questa esperienza come un'opportunità per comprendere meglio cosa desideri davvero in un rapporto. Ti sei sentita attratta da questa situazione forse perché in quel momento avevi bisogno di attenzioni e di sentirti desiderata, ma ora puoi chiederti: che tipo di relazione voglio davvero? Quali valori voglio che guidino le mie scelte?
Riguardo al senso di colpa, ricorda che hai riconosciuto i tuoi limiti e hai deciso di chiudere questa dinamica. È un segno di maturità e crescita. Perdona te stessa: non sei definita da un episodio, ma da ciò che scegli di fare da oggi in poi.
Se ti fa soffrire cercare di mantenere un rapporto di amicizia con lui, potrebbe essere più sano per te prendere un po’ di distanza, almeno emotiva.
Dott. Sergio Borrelli
Psicologo, Psicologo clinico
Tradate
Cara 22enne.
La sua riflessione è articolata e carica di capacità di osservare diversi scenari, ma anche carica di emozioni e in particolare di tristezza. Intendo dire che lei ha un buon modo di ascoltarsi e, mi consenta, la freschezza della sua età di fronte al desiderio, ovvero al desiderare e sentirsi desiderati.
E' verosimile la sua considerazione circa il comportamento di uso e sostanzialmente abuso da parte di questo uomo nei suoi confronti. Mi viene da invitarla a difendersene, a fidarsi del suo intuito, che giustamente l'ha portata ad aprirsi e poi a tirare il freno a mano.
Se può esserle utile, ne possiamo parlare in un colloquio, anche online, ma le auguro di non perdere il suo bel modo di stare al mondo.
Dott.ssa Martina Giordano
Psicologo, Psicologo clinico
Salerno
Buonasera. Quello che provi è comprensibile: hai vissuto un coinvolgimento emotivo e ora stai elaborando una sorta di "separazione", anche se non c’è stata una vera e propria relazione. È normale sentirsi in colpa e disillusa, ma cerca di vedere questa esperienza come un’occasione di crescita.
Da un punto di vista psicologico, il senso di colpa nasce perché hai agito in un modo che percepisci come incoerente con i tuoi valori. Ma questo non significa che tu sia una cattiva persona, solo che ora hai più consapevolezza di ciò che vuoi davvero per te stessa. Il rammarico è legato all’idealizzazione: pensare che "se vi foste incontrati prima" sarebbe stato diverso è solo un’illusione che ti tiene ancorata al passato.
Per andare avanti, accetta le emozioni che provi senza giudicarti, concentrati su ciò che vuoi davvero in una relazione e dai valore a te stessa. La "vera amicizia" con lui probabilmente non è mai esistita nel modo in cui la immaginavi, e questo non è un tuo fallimento, ma una realtà che ora puoi riconoscere e superare.
Dott. Luca Vocino
Psicologo clinico, Psicologo
Trezzano Rosa
Buongiorno gentile Utente, la situazione che descrive è carica di emozioni complesse e contrastanti, e mi sembra che lei stia affrontando con grande onestà un’esperienza che, pur essendo nata in modo leggero o “giocoso”, ha finito per toccarla in profondità. Quando si vivono situazioni ambigue, dove i confini tra l’interesse affettivo, fisico e relazionale non sono ben definiti, è facile ritrovarsi poi con sensi di colpa, confusione, delusione e anche con una sorta di lutto, proprio come accade in una separazione. Quindi no, non è affatto strano che lei stia vivendo questa “fine” con un carico emotivo simile a quello di una relazione vera e propria, anche se non ci sono stati fatti concreti.

Non c’è nulla di strano nel fatto che lei si sia sentita attratta, incuriosita, magari lusingata dalle attenzioni di questa persona. Il bisogno di sentirsi visti, desiderati, apprezzati è umano e può diventare molto potente, soprattutto in certi momenti della vita in cui ci si sente più vulnerabili. Non deve giudicarsi con durezza per questo. Il fatto che lei oggi si stia interrogando sul senso di ciò che è accaduto e su quello che prova, dimostra che i suoi valori sono vivi, non assenti.

È anche del tutto comprensibile che provi rabbia o amarezza nel rendersi conto che forse lui non ha vissuto la cosa con la stessa profondità. Quando si investe emotivamente in un legame, anche se non ufficiale, ci si aspetta un certo tipo di reciprocità, o almeno di autenticità. Sentirsi invece oggetto di un interesse limitato, magari solo fisico o superficiale, può ferire l'autostima e far dubitare di sé. Ma tenga presente che questo non è un giudizio sul suo valore come persona. È un’incompatibilità di intenti, e forse anche di onestà emotiva da parte dell’altro.

Lei sta elaborando una delusione, e anche una perdita simbolica. E sì, ci sta pensando con quel “se solo ci fossimo incontrati prima” che spesso accompagna i legami non vissuti fino in fondo. Ma è importante ricordarsi che le relazioni vere non si costruiscono con i “se”, bensì con la disponibilità concreta a esserci, a prendersi la responsabilità di quello che si prova e si fa. E da quanto ha raccontato, lui questa disponibilità non l’ha mai realmente mostrata.

Se oggi si sente confusa o in colpa, forse è proprio il segnale che è pronta a cercare qualcosa di più autentico per sé stessa. La tentazione di rimanere legati a ciò che “poteva essere” è forte, ma può diventare un ostacolo nel momento in cui impedisce di voltare pagina e accogliere relazioni più sane e paritarie.

Un lavoro su di sé, magari anche con l’aiuto di un professionista, potrebbe essere molto utile per esplorare più a fondo i bisogni affettivi e i motivi per cui ha accettato un legame sbilanciato, per riscoprire il suo valore e imparare a riconoscere chi è davvero disponibile a condividerlo.

La invito ad avere cura di sé in questa fase, con la stessa delicatezza con cui ha scritto. È attraverso questa sincerità che si può davvero crescere.

Dott. Luca Vocino

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