Esperienze



Inoltre, grazie alla mia formazione specifica in Psicologia dello Sport, aiuto atleti, squadre e staff nello sviluppo delle abilità mentali e nel miglioramento della performance.
Aree di competenza principali:
- Psicodiagnostica
- Psicologia cognitiva
- Psicologia del lavoro
- Psicologia scolastica
- Psicologia della salute
- Psicologia sportiva
Indirizzi (19)
Via G. Camozzi 111, Bergamo
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21 recensioni
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M F
Mi sono sentito ascoltato davvero, lo consiglio vivamente.
F.B.
Dopo soli 3 mesi di incontri sono decisamente una persona migliore. Ho più sicurezza e più armi per affrontare le mie paure e le mie insicurezze. La buona riuscita della terapia parte certamente da se stessi ma senza le giuste domande, i consigli e l'invito costante a guardare le cose da un punto di vista differente non si ottiene un buon risultato. In tutti questi aspetti Andrea è stato illuminante ed estremamente efficace. Consigliatissimo.
Stefania
Ho trovato il dott. Bonardi veramente bravo.
Preparato e preciso, mi ha comunicato tranquillità fin da subito e mi ha aiutato a ritrovare un equilibrio che credevo perso da tempo. Ottimo!
E.M.
Ho da poco concluso il percorso con il dottore e ho apprezzato la sua empatia e il fatto di avermi messo a mio agio sin dai primi incontri, aspetti per me importanti essendo stata la prima volta da uno psicologo. Grazie
Alice
Da quando ho iniziato il percorso psicologico con il dr. Bonardi la mia vita è migliorata. Mi ha aiutata a gestire l'ansia e a ritrovare un equilibrio con le altre persone che mi mancava da qualche tempo.
Con lui sto lavorando anche sulla mia performance sportiva e sto notando miglioramenti nella gestione delle emozioni in gara. Lo consiglio
A.M.
Mi sono rivolta al dottore per problemi di ansia e per migliorare l'autostima. Ho apprezzato la professionalità, la grande empatia e mi sono sempre sentita a mio agio.
E
Con il Dott. Bonardi ho iniziato un percorso da un paio di mesi. Devo dire che ero abbastanza scoraggiato ma con il suo aiuto e l’attenzione ai piccoli cambiamenti sto decisamente meglio, anche se la strada è lunga. Aggiungo che da sportivo è un piacere avere uno psicologo preparato anche da quel punto di vista. Grazie mille. E
Paziente
Molto soddisfatta. Sentita subito a mio agio. Molto cordiale e puntuale e lo studio semplice ed essenziale, ma molto curato e accogliente.
Grazie
Amalia B.
Ho avuto il piacere di iniziare qualche mese fa un percorso psicologico con il dott. Bonardi e sin dal primo incontro sono state evidenti la sua dedizione e competenza. Ho ritrovato il mio equilibrio psicofisico e benessere mentale con la sua empatia e professionalità. Consiglio vivamente a chiunque di affidarsi al dott. Bonardi per un valido supporto grazie al quale io stessa sono riuscita a superare le difficoltà che mi ostacolavano nella vita quotidiana. Sempre puntuale, cortese e disponibile.
D.G
Premetto che per me era la prima volta quindi sono arrivata molto tesa. Il Dottor Bonardi mi ha fatto sentire subito a mio agio.
Sto affrontando un percorso di consapevolezza della mia persona e al momento mi ritengo molto soddisfatta.
Lo trovo molto professionale, competente e attento ai particolari. Esperienza molto positiva, lo consiglio
Risposte ai pazienti
ha risposto a 25 domande da parte di pazienti di MioDottore
Buongiorno, sono una ragazza di 25 anni, fidanzata da 7 mesi con un ragazzo della mia età. Ci conosciamo però da 5 anni avendo amici in comune nella stessa compagnia. Stiamo vivendo una relazione bellissima, c'è molto rispetto e tanta comunicazione, nonostante questo non riesco ad accettare quello che per me è una cosa impossibile. Ha una migliore amica da 10 anni, non c'è mai stato niente, lei sempre stata fidanzata. Escono fuori a cena, vanno al cinema, lui ogni tanto la va a trovare in un'altra città dove studia (passando la notte nella stessa casa), guardano un film in casa da soli ecc e io però tutto questo non lo trovo normale. Non ho mai avuto un rapporto del genere con una persona del sesso opposto e purtroppo mi sono fatta influenzare da quello che ho visto in questo tipo di amicizie introno a me e inutile dire che finiva che uno dei due in realtà nascondeva sentimenti.
Ho condiviso questo mio pensiero con il mio moroso e penso abbia fatto tutto quello che poteva per rassicurarmi (raccontarmi le cose del loro rapporto, chiedermi di uscire noi 3 una volta per conoscerci meglio ecc) ma non capisco perché non riesco comunque ad accettarlo, ogni tot di tempo tiro fuori ancora questa storia perchè proprio non mi va giu'.
Non capisco come puoi desiderare voler fare cose cosi intime con una ragazza che non sia la tua.
Non potrei mai proibirgli di fare le cose che fa con lei ma alcune secondo me sono troppo intime. Non so se è giusto porre dei limiti in questa situazione e non so nemmeno se lo farebbe perchè lui giustamente la considera un amica, dice che per lui è come un amico uomo o una sorella.
Mi sembra impossibile cambiare idea su questo tipo di rapporto, voglio solo capire se tutto questo è normale e se è giusto che lui continui a fare queste cose anche da fidanzato.
Gentile utente, grazie per aver condiviso una parte così importante della sua esperienza. È comprensibile che questa situazione generi in lei sentimenti contrastanti: da un lato la razionalità e le rassicurazioni del suo fidanzato, dall'altro le difficoltà a gestire emozioni come il dubbio o l’insicurezza legate al loro rapporto. Credo sia positivo il fatto di parlare liberamente e apertamente al suo fidanzato delle sensazioni che prova; d'altro canto potrebbe essere utile prestare attenzione a questi vissuti, perché possono essere legati non solo alla situazione specifica, ma anche a modalità emotive o relazionali più profonde.
Un percorso psicologico potrebbe aiutarla a esplorare e comprendere meglio i suoi sentimenti, a riflettere su ciò che ritiene accettabile in una relazione e a trovare un equilibrio che le consenta di vivere con maggiore serenità questo rapporto.
Resto a disposizione per ogni necessità.

Salve,
Sono una ragazza di 17 anni, vivo con i miei genitori e ho due fratelli di 10 e 11 anni in più di me che ormai vivono nelle loro case. Circa due anni fa, (quindi avevo 15 anni) ho passato un periodo veramente brutto per me. Sono sempre stata davvero tanto legata a uno dei miei fratelli in particolare, e fin da quando ero piccolissima stavamo tutto il giorno insieme, condividevamo tante passioni e potevamo passare ore a parlare tra di noi. Lui era una persona, come me, abbastanza solitario e tranquillo, e addirittura i miei genitori cercavano di spronarlo a uscire di più. Quando avevo circa 15 anni, questo fratello ha fatto un cambiamento radicale. Da un momento all'altro, ha iniziato a uscire praticamente tutte le sere e, quando non lavorava, anche io pomeriggio, ha trovato un suo gruppo di amici con cui sta tuttora e poco dopo anche una ragazza. Ovviamente, non stando più tanto tempo a casa, passavamo veramente molto meno tempo insieme. Dal quel momento è iniziato il periodo peggiore della mia vita penso. Ero entrata in un tunnel di cui non vedevo la fine, piangevo quasi ogni giorno e per ogni minimo problema, mi sentivo di odiare me stessa (tanto da cercare anche di provocarmi dolore da sola attraverso lo schiocco di un elastico sul polso o più raramente dei graffi leggeri), non sopportavo neanche la mia estetica (a volte, nei giorni più stressanti mangiavo tantissimo per poi sentirmi in colpa), non avevo più voglia di fare niente di tutto ciò che prima mi piaceva, ero totalmente senza energie e soprattutto pensavo che questa condizione non sarebbe mai finita. Durante questo periodo ero convinta che tutto ciò derivasse dal rapporto particolare che ho con i miei genitori (con mio padre non ci parlo praticamente mai, e in generale entrambi a volte hanno delle regole su cui sono abbastanza severi), ma non volevo mai ammettere che forse era anche a causa dell'allontanamento da mio fratello. Sono stata così 8 mesi forse, poi anche dopo non stavo benissimo, ma ho iniziato a riprendermi piano piano, e forse lo sto ancora facendo dato che ho ancora diversi punti deboli. Ora, a distanza, di 2 anni dall'inizio di tutto quanto, non solo mi sono resa conto di quanto io stessi male e avessi bisogno di un aiuto che non ho ricevuto, ma inizio anche a prendere consapevolezza del fatto che probabilmente derivava anche dall'allontanamento di mio fratello. Vorrei chiarire che ovviamente la colpa non è sua, lui è giusto che si sia fatto la sua vita e, anzi, sono contentissima per lui perché ora finalmente lo vedo stare bene, ma mi rendo conto che forse prima ero talmente abituata a stare sempre con lui che non riuscivo a stare davvero da sola totalmente. Mi sono ritrovata a passare intere giornate chiusa in casa, in cui c'erano solo i miei genitori, e non sapevo da dove partire per stare meglio. Magari anche prima avevo problemi con me stessa con cui, però, non mi ero mai ritrovata a confrontarmi, invece, essendo rimasta sola, ho dovuto farlo. Scrivo qui perché so che questa non è la piattaforma per fare diagnosi o, ancora di più, sedute dallo psicologo, ma vorrei capire che questo ultimo ragionamento che ho fatto può avere senso.
Vi ringrazio con il cuore per il lavoro che fate ogni giorno.
Buona giornata
Gentile, quello che ha descritto è un processo molto comune, soprattutto in adolescenza, quando i legami familiari più stretti iniziano a cambiare. In questo caso l’allontanamento di suo fratello potrebbe aver rappresentato una perdita affettiva significativa, che ha reso più visibili e difficili da gestire anche fragilità già presenti. A volte, proprio quando ci troviamo più soli, emergono parti di noi che prima restavano in ombra. Prendere consapevolezza di questo e di altri aspetti è un primo passo importante. Se dovessero persistere difficoltà o bisogno di chiarimenti più profondi, un confronto diretto con uno psicologo potrebbe essere utile.
Un caro saluto.

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